Untersteiner Mario
Mario Untersteiner nacque il 2 agosto 1899 a Rovereto all'interno di una famiglia colta della borghesia roveretana. La formazione ginnasiale di Untersteiner fu eccellente, grazie ad ottimi maestri che gli inculcarono il gusto per il classico; da subito parve affermarsi in lui un metodo di studio esasperatamente critico e razionalistico che lo portò a sottoporre al vaglio della ragione tutto ciò in cui il suo intelletto si imbatteva. Al ginnasio rimase fino al 14 maggio 1915, quando a causa degli eventi bellici si dovette trasferire a Milano, dove si iscrisse alla seconda liceale del Beccaria; qui, grazie all'ottima preparazione ricevuta a Rovereto, riuscì a sostenere l'esame di licenza liceale saltando l'anno di terza liceo. Ottenuta questa, decise di iscriversi alla Facoltà di Lettere di Milano, che allora si chiamava "Accademia Scientifico-letteraria". Si laureò in Letteratura Greca con C. O. Zuretti con una tesi su Eschilo. Dopo la laurea, cominciò ad insegnare quasi immediatamente, dapprima come incaricato, e poi, dal 1926, in seguito alla vincita di una cattedra per Latino e Greco nei Licei, come Professore di ruolo di Latino e Greco presso il Liceo Berchet di Milano, dove rimase fino al 1945, anno nel quale ricoprì persino la carica di preside. Dal 1945 al 1947 ottenne la supplenza per l'insegnamento di Letteratura greca e per il lettorato di Lingua greca e latina presso l'università di Milano. Nel 1947 vi fu la revisione del concorso del 1939 e cominciarono le docenze presso l'università di Genova, come cattedratico di Letteratura Greca. Insegnando sia all'università che presso il magistero, rimase nella città ligure fino al 1959, quando riuscì ad ottenere l'assegnazione della cattedra di Storia della Filosofia Antica presso l'università statale di Milano. Tale incarico fu ricoperto da Untersteiner fino al novembre del 1969, quando, dopo aver deciso di ritirarsi dall'insegnamento universitario, perché non disposto a scendere a compromessi con il movimento studentesco e con il clima che si era venuto a creare all'interno dell'università in quegli anni, vedendo calpestati i valori fondamentali su cui aveva fondato tutta la sua attività di studioso e d'insegnante, decise di diventare "Professore fuori ruolo". Nonostante i molti progetti e gli studi da portare a termine durante il periodo da lui chiamato del "fuori ruolo", a partire dai primi anni settanta egli fu afflitto da un progressivo indebolimento della vista, che finì col rendergli difficilissimo lo studio e la lettura e gli rese impossibile portare a termine l'ultima sua fatica, un monumentale studio su Platone, che egli non poté mai stendere. Il suo effettivo pensionamento cominciò il 1° novembre 1974, e sette anni dopo, il 6 agosto 1981, si spense a Milano dopo aver raggiunto l'età di ottantadue anni.